Estasi americana by C.J. LeedeMy rating: 3 of 5 stars
Provo emozioni contrastanti nei confronti di questo romanzo che è un horror ma ha anche una forte componente di pulsioni sessuali adolescenziali appena scoperte, in cui basta uno sguardo e uno sfioramento per mandare a fuoco la protagonista. Non grido al capolavoro, non posso dire che non mi sia piaciuto, lo inserisco nella media anche perché con Sophie non sono riuscita a empatizzare troppo: il suo arco di trasformazione è più una sorta di linea che ha uno scossone verso la fine anche se è comprensibile quanto sia complicato uscire da una situazione di totale controllo da parte di altri (in questo caso i genitori) nei confronti della protagonista.
Dopo 16 anni di controllo genitoriale in una famiglia ultracattolica, Sophie è costretta a fuggire da casa a causa di un’epidemia che trasforma le persone in mostri affamati di sesso e con tendenze omicide. Alla ricerca del fratello gemello Noah, allontanato anni prima dalla famiglia perché gay, Sophie incrocia un poliziotto, Maro, che decide di aiutarla e portarla in un posto sicuro. Tra i due si instaura una connessione speciale. Sopravvivono a un tornado, ad assalti vari e a loro si unisce un cane ferocissimo, Barghest, che diventerà la guardia del corpo della ragazza. In un centro di vaccinazione improvvisato Sophie ritrova il compagno di scuola Ben, per cui prova una strana (per lei) attrazione e al gruppo si uniscono anche altre due ragazze e un bambino. A complicare le cose ci pensano gruppi di estremisti cattolici che vogliono impedire le vaccinazioni e danno fuoco ai centri, macchiandosi anche di orribili delitti. Le cose precipiteranno sempre di più.
Aspetti positivi: sicuramente Estasi Americana ti tiene incollata alle pagine, ho anche versato qualche lacrima nella parte finale. Le descrizioni più crude sono piuttosto efficaci. Mi è piaciuto il fatto che i vari capitoli siano intervallati da un riassunto di manualistica per fare cose più disparate.
Aspetti meh: ritengo che sia più adatto a un target giovanile. Penso che possa spopolare tra le adolescenti che non si formalizzano troppo nel leggere scene splatter proprio perché la componente legata al desiderio e alle pulsioni che Sophie finalmente scopre è molto presente, per me troppo presente. Cioè, in una situazione così estrema il fatto che Sophie vada in ebollizione ogni volta che Maro o Ben la guardano o la toccano richiede una sospensione dell’incredulità eccessiva per quanto mi riguarda.
Però comprendo che il messaggio di C.J Leede sia legato al concetto di peccato, di senso di colpa, di ruolo della donna e che quindi la crescita di consapevolezza di Sophie che non sa e non crede di essere bella (altro cliché presente in tanti young adult) doveva essere il filo rosso e l’aspetto principale della trama.
Quindi, tirando le fila, consiglio il romanzo ai più giovani. Ultima annotazione: C.J. Leede lo ha scritto per omaggiare il suo cane e ci dice che è la prima cosa che ha scritto tanti anni fa. In effetti si capisce che è un titolo precedente a Maeve che ho apprezzato molto di più anche a livello di maturità della scrittura.
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